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De rerum natura collection: T-shirt hand painted by Attebasile. 
Creative director: Attebasile & Valeria Pierini. 
Photographer: Valeria Pierini.

De rerum natura

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De rerum natura. Stanley Burns, aveva raccolto in due album, i volti di persone morte, che conservava nel suo smisurato archivio fotografico. «Sembra che stiano dormendo» considerò lei, scivolando con un dito umido sulle pagine e soffermandosi, con gusto novembrino, a cercare i segni di una parentela con quei vuoti di intenzione, adagiati su poltrone scomode e grandi letti vittoriani. Lui forse percepì un fremito di orgoglio fra le cosce, per aver disposto con perizia, quelle piccole molliche, capaci di trattenere la sua attenzione. De rerum natura è la trasposizione di quel sonno dei ricordi, che non contempla più resistenze e privazioni, la sublimazione di quel continuo abbandonare qualcosa di noi alla deriva. Nel buio duttile che liscia il retro delle palpebre, un ultimo film viene proiettato all'infinito: l'esatto istante in cui ci incontreremo come compagni eterni e sarà un sollievo, sentire i suoi capelli, raschiare via dai muri tutti quei pensieri ingombranti, far crescere rampicanti intorno a noi e lasciarsi finalmente soffocare. Era confortante per lei, attardarsi sulle pagine e pensarlo come un sonno dispensato da scadenze, come un velo capace di attenuare i contrasti del sole, aspettando che un sudario di fiori morti e foglie, uscisse dalla terra per proteggerla dalla noia volgare di vivere. Perfettamente inutile lo zelo di Burns, nel far risorgere dai classificatori l'America, i casi di Elefantiasi, i samurai o le misurazioni sugli aborigeni. Ormai i suoi occhi erano altrove. Perché era notte, era un buio cieco senza ritorno e già la foresta chiamava, per vestirla come una sposa. 

Alessandro Pagni. 

 

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